Powered By Blogger

giovedì 30 dicembre 2010

Collant o Autoreggenti?

A questa domanda una vera donna dovrebbe rispondere …” ma è ovvio, autoreggenti !” .
 Non è del tutto sbagliato, ma se poi penso indossarle con una gonnellina , non so se vi è mai capitato, almeno che non sia una serata davvero speciale, mi sento sempre un po “svestita”, e a dir la verità non mi fa impazzire nemmeno la sensazione della fascia autoreggente sulla gamba. Tolto questo però, ammetto che sono bellissime e molto femminili e quindi mi sento di consigliarle sempre.
Di collant oggi ce ne sono di svariati tipi, fantasie, colori e materiali.Una calza bella può caratterizzare un vestito semplice e dargli personalità.
Adoro le calze colorate, anche se riconosco che non tutte se le possono permettere…Autocritica come sono, alla fine, le evito.Fateci caso, mettetevi una calza nera con un decolté e poi indossatene un paio di diverso colore.Vedrete come visivamente i colori modificano l’effetto della gamba!
 Non ci sono dubbi che di giorno possiamo indossare calze pesanti da 100 denari o addirittura di lana.E’ ovvio che più la calza è pesante più questa crea spessore. Perciò non consiglio di indossarle a chi magari ha le gambe un po’ robuste, mentre mi sento di incitare chi ha le gambe snelle a giocare con i collant che sono un vezzo strepitoso per noi donne.
 Alle feste a volte facciamo l’errore di mettere le calze coprenti, sicuramente più comode e calde ma, se non siete abituati ad alternative, vi dico che le calze 20/30 denari (e consiglio di comprarle di una buona marca perché data la leggerezza del filo, la qualità della tessitura sarà fondamentale per l’effetto che avrà sulla gamba), sono molto più indicate e belle.
L’ombreggiatura che si viene a creare sulla gamba , la renderà estremamente elegante facendola sembrare anche  più affusolata.
Ho sempre pensato di essere nata nell’epoca sbagliata, e visto che tanto nel 2011 devo stare, allora perché non riportare del buon vintage style anche qui?!
Ho comprato dei collant che praticamente indosso come fossero un gioiello della corona , nere, 20 den, con la riga dietro. Non vi dico la difficoltà per indossale senza che si tirino i fili e , soprattutto, per avere la riga perfettamente centrata alla gamba in tutta la sua lunghezza.Comunque, superato questo ostacolo, vi dico che il risultato è vincente! Sono di un eleganza incredibile, perfette per una giovane donna dai Vintage Modes!
Solo un accortezza : non comprate quegli obbrobri che vanno adesso e che hanno la riga brillantinata o di diverso colore o addirittura i ricami alla fine.I collant sembrano un dettaglio, ma in realtà sono parte fondamentale dell’abbigliamento. Sceglietelo con cura e , soprattutto alle feste, se le indossate ultra leggere, portatevi sempre un secondo paio di scorta.I collant smagliati o rotti  danno subito l’impressione di essere sciatte e poco curate!
 Jo

Come attaccare un bottone

Immagino rimaniate perplesse riguardo un titolo come questo in un  blog del 2010. Un epoca dove credo le lettrici preferiscano consigli su  “Come attaccare bottone”, piuttosto! Nella vita mi sono improvvisata cucitrice di bottoni, ma ora che mi è capitato di leggere effettivamente come andrebbe fatto, capisco il perché dei miei modesti risultati. Il primo approccio con i bottoni l’ho avuto a scuola, durante lezione di arte per confezionare delle marionette di stoffa da cucire e vestire di tutto punto. Bene, quello che imparai dalla maestra quel giorno , è tutto quello che mi porto appresso oggi nel mio vuoto bagaglio di capacità casalinghe.Quindi oggi sono qui per raccontarvi quei pochi trucchi segnalati su questa enciclopedia e che, probabilmente come me,  non sapete, visto che siete finite a laggere questo post!
E’ sempre buona norma non avere mai bottoni ciondolanti , sono segno di trascuratezza.e negli anni sessanta ,a quanto dicono qui, sareste state catalogate davvero disordinate e mal presentabili, e noi oggi questo non lo vogliamo, giusto? Una lettrice Vintage Mode ha cura anche del dettaglio, per cui bisogna stare attente acciocchè tutti i bottoni siano cuciti al loro posto e tutti allo stesso modo. E allora rimbocchiamoci le maniche e diamoci da fare!

Errore che ho sempre fatto, e sono sicura che anche voi siate della mia stessa scuola, è quello di cercare di rimediare con una cucitura accroccata ogni qualvolta mi trovavo con un bottone pendente. Tiravo il filo per stringere la cucitura allentata e poi l’eccesso lo giravo più volte intorno alla parte rimasta attaccata sotto il bottone per tentare di salvarlo più a lungo.  Bene, che ve lo dico a fare, questo è un comportamento del tutto inadeguato per una giovane fanciulla bene educata. Non si deve mai trattenere un bottone cucendolo alla bell’e meglio, ma dovremmo staccarlo e ricucirlo. Eh, ti pare…
Trovare il punto esatto in cui cucire un bottone è quasi sempre facile, o è rimasto un pò di filo del vecchio bottone incastrato nella trama, oppure rimane il segno dei buchini. A volte però potrebbe capitare di non trovare il fatidico segnale e per non farci trovare impreparate ecco qui la soluzione: sovrapporre l’asola sulla parte del bottone (fig.3e4) mancante, prendere il segno del centro dell’asola con uno spillo e il gioco è fatto!Cominciamo a fermare il filo sulla stoffa iniziando dal risvolto e saldandolo bene con un paio di passaggi nel punto dove verrà il bottone. A questo punto passiamo il filo attraverso il bottone e iniziamo a fissarlo.
I bottoni non vanno mai cuciti troppo aderenti al tessuto, altra cosa che ho sempre fatto, perché ,una volta abbottonati, tirerebbero. Bisognerà pertanto lasciare una distanza pari allo spessore della stoffa su cui è l’occhiello, quindi se il tessuto è spesso, il “gambo” del bottone dovrà essere adeguato. Ora, questa operazione sembra ardua, ma per fortuna un trucco esiste ed è il seguente: Se la stoffa è leggera, mettere sul bottone uno spillo e cucitelo insieme ad esso passandoci sopra con il filo quattro o cinque volte e poi farlo girare qualche volta sotto il bottone.
Fissarlo infine con un paio di punti. Una volta levato lo spillo , i fili avranno meno presa intorno al bottonegarantendone una comoda abbottonatura. Nel caso di stoffe più spesse, utilizzare spilloni di spessore maggiore per trattenere il bottone ad una maggiore distanza dalla stoffa.
Un consiglio per evitare che bottoni cuciti su stoffe leggere strappino il tessuto è quello di rafforzarlo cucendolo insieme ad un bottone piccolo e  trasparente sul retro.
Per quanto riguarda i bottoni a 4 fori esistono diversi modi per passare il filo, come illustrato nell’immagine. Solitamente per la biancheria si utilizza il sistema a linee parallele, quello a tridente, invece, si usa generalmente solo per alcuni capi sportivi.

Come utilizzare il Foulard: idee e consigli per uno stile chic e originale

Gli ever green della moda sono elementi che una vera donna dai Vintage Modes non può non conoscere.Pochi elementi , ben coordinati e tanta creatività. Ho una passione sconfinata per la moda di una volta e con Voi condividerò piccoli trucchi per far si che il nostro guardaroba con pochi accorgimenti può essere sempre diverso.E allora mi metto all’opera sperando di essere utile a darvi consigli e soprattutto per condividere un vintage style senza tempo!
Il foulard è un accessorio meraviglioso, se non fosse che mia madre ne possiede di tutte le misure,stoffe e colori forse anche io sarei rimasta all’oscuro dei mille modi diversi di indossarlo.Vi voglio illustrare i vari modi in cui lo utilizzo dimostrandovi come può essere utile e soprattutto femminile un Foulard.
 
-        Foulard come Top. 

Foto1
Retro
 
Puoi scegliere il tipo di stoffa e la grandezza , l’importante è che sia di forma quadrata e non trasparente , messo in questa maniera(vedifoto 1) può essere originale e divertente ; se poi scegli una seta pregiata può essere un elegantissimo sotto giacca. Se di cotone su un paio di jeans è un bellissimo top da serata estiva.



Foulard come cintura

Retro

Foto 2
E’ un alternativa colorata alle solite cinture che indossiamo . Se poi è più lungo lo si può annodare con un bel fiocco dietro  quasi a voler ricordare i meravigliosi Obi Giapponesi (vedi foto 2), sicuramente in questo caso un foulard dalla forma rettangolare facilita l’uso .

Foto 3

Foto 4
Oggi addirittura in alcune mercerie ben fornite trovi delle fibbie con dei cerchi ( vedi foto 3) nei quali inserendo un foulard e annodandolo alle estremità ne ricavi una vera e propria cintura che può cambiare ogni volta che lo si desidera.

Foto 5
  -Foulard come collana
 
In fondo il foulard è un ottima alternativa ad accessori come spille e collane , spesso lo si può utilizzare come un vero e proprio vezzo decorativo dal risultato sicuramente retrò ma strepitoso (vedi foto 5) . Su un collo alto o sopra una giacca scura veste e dà quel giusto tocco di colore all’abbigliamento indossato. (Ovviamente occhio agli abbinamenti, mai fantasia con  fantasia , piuttosto meglio alternare colori sobri e a tinta unica quando si è molto colorati e belle fantasie quando si è vestiti totalmente scuri).

Foto 6
-Foulard sulla borsa
Li potreste anche usare come decorazione della borsa, in estate su una bella cesta da mare o legata al manico di una borsa di pelle , il foulard si presta a tutto ( vedi foto 6).
-        Foulard copri scollatura

Foto 7
Ci sono vestiti che hanno scollature  che non ti permettono di indossarlo senza avere una magliettina sotto o golfini sotto giacca con scollo a V  profondi, in questi casi io a volte metto il foulard come se fosse parte del vestito o golf che indosso , dando un po’ di movimento all’abito  e  soprattutto coprendo la scollatura di modo che non sia esagerata. (vedi foto 7).
Foulard Vestitino Mare

Foto 8
In estate è divertente indossato come mini abito , ovviamente la dimensione del foulard è maggiore e lo si può tenere chiuso in vita con una bella cintura che da corposità al vestitino fai da te indossabile come copri costume o sopra un ampio pantalone leggero .( Foto 8)
Non vi ho illustrato i modi più classici da noi utilizzati , nel taschino della giacca , intorno al collo, o a fascia come copri capo.Ma se doveste conoscere altri modi per utilizzarlo , sarò ben felice di condividerlo con voi.
Jo

lunedì 6 dicembre 2010

Riordiniamo i cassetti

Sfogliamo le prime pagine di questa edizione originale del 1963, anche con una certa emozione, devo ammettere , pensando che nostra madre fece lo stesso prima di noi.La carta è ruvida e odora di chiuso, di muffa e di umidità.  I temi sono i più vari. Si comincia con una lezione di religione:la storia di Maria a puntate. Già questo mi fa ridere, a pensare a come siano diversi i tempi. Immaginiamoci se oggi una raccolta per ragazzine a volumi cominciasse con un racconto del vangelo! …non credo vivrebbe di lunga vita nelle edicole!
Proseguendo attraverso una lezione di botanica sul riconoscimento delle rose , argomento che vi lascio approfondire se di vostro interesse, dato che sarebbe comunque buona cosa per una lettrice Vintage Modes di conoscere qualche cenno sul fiore più romantico di sempre, ci siamo soffermate sul primo vero capitolo riguardo i lavori domestici: Riordinare i Cassetti.

Allora, vi premetto che sarà mia intenzione sperimentare di persona e mettere in pratica i buoni consigli di questa enciclopedia. Quindi cominciamo:

Qui dice che la prima cosa da fare, per sistemare a regola d’arte i cassetti, è quello di vuotarli completamente. Si scoprono sempre cose interessanti sul fondo di cassetti straclomi. Così come è successo a me nel vuotare, per esempio, quello dei pigiami. Una bustina di carta con dentro cinquanta euro, ultimo residuo della piccola fortuna regalatami dai miei per il compleanno. …In effetti credevo di averli spesi tutti, per cui..gran bella sorpresa! Bisognerebbe sempre nascondere delle riserve per provare , poi, il piacere di ritrovarle. Ve lo consiglio! In fondo che male c’è ad auto sorprendersi?

Comunqe sia, seconda regola: eliminare le cose che non si usano più e che per mesi sono rimaste sepolte in fondo a tutto il resto, tanto da dimenticarcene. Aiuterà a mantenere ordine nel cassetto e, soprattutto, a non conservare cose che potrebbero riservare brutte sorprese una volta indossate…come un paio di collant smagliato, un calzino scoppiato o un slip dagli elastici consumati. In effetti bisognerebbe non arrivare mai ad avere capi in questo stato, ma come vi ho accennato, il mio caos riserva anche orrori di questo genere. A volte però riesco anche a liberarmi di qualcosa semplicemente per stanchezza , e non necessariamente perché logora e distrutta…a volte però.

venerdì 3 dicembre 2010

Vintage Modes …dove le abitudini di una volta diventano il nuovo trend.

Questo Blog nasce oggi da una di quelle idee che mi prendono all’improvviso, quando impazzisco e scalpito dalla voglia di cominciare a dare forma ad un pensiero che solitamente il giorno seguente si dissolve come fosse un ricordo lontano. Stavolta tutto è cominciato con il pensare ai regali di Natale che sta avvicinandosi rapidamente, con la città  che da circa un mese è già addobbata a festa e il traffico praticamente paralizzato. E allora ne approfitto a starmene un pò a casa e visto che odio, ma odio davvero fare la faccende , mi butto sul divano e accendo la tv. Ed ecco che davanti ad una di quelle trasmissioni di cucina soffermo il mio zapping frenetico sulla ricetta di una marmellata di ananas e pepe rosa.  Dovete sapere che adoro mangiare e adoro le cose agrodolci, per cui l’idea di provare l’ananas impepato su un formaggio stagionato come quello che affettavano davanti ai miei occhi mi ha letteralmente fatto impazzire.  Ho trovato cosa regalare a natale! Una degustazione di marmellate per formaggi e carni, un cestino con sei barattolini che avrei confezionato nell’arco di un mese prima della feste! Idea carina, si , ma certo non avevo ancora capito a cosa mi avrebbe portato un’impresa del genere…Grazie signora della tv che mi hai messo in testa un idea simile, grazie!
Comunque, non è questo il punto. Il punto è che ho cominciato a trafficare con internet, in cerca delle ricette più deliziose, e come d’incanto mi sono ritrovata nel magnifico mondo della produzione di confetture, o marmellate, perché a quanto se ne dice sul web ci sono pareri contrastanti sul significato delle diverse tipologie di conserve. Del resto su internet è pieno di notizie vere e di altrettante leggende metropolitane.  Saltando da un blog ad un altro ecco che ho appreso come fare il sotto vuoto, come densificare la marmellata con la “pectina”  ( assolutamente cose dell’altro mondo per quanto mi riguarda) e come sterilizzare la marmellata imbottigliata. Perfetto. Una settimana di prove e ricerche per addentrarmi in un campo direi “scientifico” del quale non conoscevo nemmeno l’esistenza.  Mi sono ritrovata a gasarmi quando il barattolo ha fatto clack all’apertura, a saltare come una ragazzina quando la pectina ha cominciato a gelificare e un sadico piacere nel vedere i miei barattolini pronti che bollivano in pentola per uccidere i perfidi “germi  delle conserve”.  Ed ho capito: non sono esattamente una trentenne normale…